Donazioni

Analisi 2021

Nel 2021 aumentano le donazioni di denaro che restano al secondo posto per numerosità e raggiungono il 39,65 % del totale degli atti contro il 35,27% del 2020, mentre i beni mobili più donati sono ancora le partecipazioni societarie (41,95%); continuano a scendere su base percentuale (poco più del 7%) le donazioni di azienda. L’aumento del numero delle donazioni si riscontra anche in quelle di beni immobili: nel 2021 sono state complessivamente 221.642, erano 197.519 nel 2019, mentre sono state 174.754 nel 2020.

Le donazioni sono uno strumento di pianificazione familiare e la loro analisi è una finestra su come le famiglie italiane organizzino i loro patrimoni, nell’ottica del passaggio generazionale e di una redistribuzione in vita delle risorse nei confronti dei vari componenti del nucleo familiare.

I Dati Statistici Notarili hanno una impostazione uniforme fin dal 2016, pertanto grafici e tabelle del 2021 sono pienamente raffrontabili con quanto pubblicato nei rapporti precedenti e nel Rapporto 2020, che ha offerto un quadro completo di come la pandemia da Covid 19 abbia influenzato anche questa tipologia di atti.

Ricordiamo che nel 2020 si era registrato un forte aumento del numero delle donazioni nel secondo semestre dell’anno che, però, non era stato sufficiente a colmare il divario tra il numero di donazioni nel 2019 e quello nel 2020. Seppure il 2021 è stato da più parti indicato come l’anno della “ripartenza”, esso è stato comunque interessato da limitazioni alla mobilità e restrizioni anche incisive in varie parti d’Italia, pertanto non era per nulla scontato che il confronto tra il numero degli atti stipulati nel 2020 e quelli stipulati nel 2021 mostrasse un evidente aumento del numero delle donazioni.

Nel 2021, inoltre, l’andamento delle contrattazioni nel corso dei mesi, ritorna ad una dinamica pre-pandemia, eliminando la distorsione che si era verificata nel 2020 in corrispondenza dei mesi di marzo ed aprile, interessati dal primo lockdown, mesi nei quali vi era stata una forte contrazione degli atti di donazione dovuta non al disinteresse per questo tipo di contratti, ma alle restrizioni alla mobilità delle persone.

Figura 34.1. Donazioni di beni mobili per area geografica - Tassi per 100.000 abitanti

Relativamente alle donazioni di beni mobili, per le quali diversamente dalle compravendite è obbligatorio l’utilizzo dell’atto pubblico, i numeri totali del 2021 segnano un deciso aumento rispetto agli anni precedenti (50.764) il che poteva risultare prevedibile con riferimento al 2020 per le note vicende sanitarie (le donazioni mobiliari sono state 40.878 nel 2020) ma c’è un incremento anche rispetto al 2019, anno in cui avevano raggiunto le 46.073 unità (Tab. 32).

Più equilibrato il rapporto del numero di atti tra I e II semestre 2021 rispetto ai due semestri dell’anno precedente: certamente gli atti sono in numero maggiore nel secondo semestre ed in particolare durante il mese di dicembre (Tab. 35) mese nel quale si sono concentrate oltre il 17,5% delle donazioni mobiliari di tutto il 2021, ma senza quell’effetto “rimbalzo” verificatosi nel 2020 a causa dei mesi di totale chiusura di marzo e di aprile 2020 cui si è fatto cenno.

Aumentano ancora le donazioni di denaro che restano al secondo posto per numerosità e raggiungono il 39,65% del totale degli atti contro il 35,27% dell’anno precedente, mentre i beni mobili più donati sono ancora le partecipazioni societarie (41,95%), continuano a scendere su base percentuale (poco più del 7%) le donazioni di azienda, che comunque rimangono al terzo posto tra le tipologie di oggetti donati.

Segnano una leggera flessione, nel secondo semestre 2021, le donazioni della sola nuda proprietà di quote ed azioni che su base annua restano comunque circa il 6% di tutte le donazioni.

Il dato riferito alle donazioni di partecipazioni societarie e di aziende ricomprende i trasferimenti effettuati nell’ambito di patti di famiglia, che sempre più spesso nella pratica quotidiana vengono utilizzati per assicurare maggiore certezza al passaggio generazionale dei beni produttivi.

Il dato territoriale (Tab. 34) conferma che le donazioni mobiliari si concentrano al Nord ed il Nord Ovest resta la zona d’Italia dove esse sono più numerose. Le regioni nelle quali in proporzione al numero di abitanti c’è il maggior numero di donazioni mobiliari rimangono il Trentino Alto Adige, la Lombardia e la Valle D’Aosta (Tab. 33).

La prevalenza del genere maschile su quello femminile rimane confermata nel 2021, indice che i beni mobili si donano maggiormente agli uomini rispetto alle donne; tale divario – come negli anni precedenti – è più marcato in relazione alle donazioni di beni mobili produttivi (aziende, azioni e quote): il rapporto di mascolinità è 129,86 per le donazioni di azienda e 118,32 per le donazioni di azioni e quote, prevalgono invece le donne se la donazione è di denaro: 97,15 (Tab. 36).

Medesima prevalenza di genere (quello maschile) si ha tra i donanti in relazione a tutti principali oggetti mobiliari (Tab. 38).

Stabile, rispetto anche agli anni precedenti, la distribuzione per fasce d’età nei donatari e nei donanti: i destinatari di una donazione mobiliare sono concentrati tra i 18 ed i 55 anni, per poi andare in diminuzione nei successivi scaglioni (Tab. 37).

L’età di chi effettua la donazione di beni mobili, invece, segue un andamento contrario: si dona soprattutto dai 56 anni in poi ed in maniera progressivamente maggiore in relazione al crescere dell’età (Tab. 39).

L’aumento del numero delle donazioni si riscontra anche in quelle di beni immobili: nel 2021 sono state complessivamente 221.642, erano 197.519 nel 2019, mentre sono state 174.754 nel 2020.

Anche in questo caso il rapporto tra i due semestri del 2021 è più equilibrato, nonostante rimangano maggiori i numeri della seconda parte dell’anno (
Tab. 40).

In leggero aumento, rispetto agli anni precedenti le donazioni di abitazioni o fabbricati in genere (capannoni, negozi, ecc.) che costituiscono quasi il 57% di tutte le donazioni, stabili al 16,29% le donazioni della nuda proprietà dei fabbricati e leggermente in calo (rispetto al 2020) quelle dei terreni agricoli che sono il 13,69% del totale.

La distribuzione territoriale delle donazioni immobiliari è inversa rispetto alle donazioni di beni mobili: al sud e nelle isole vengono stipulati quasi il 50% di questo tipo di atti (Tab. 42), mentre, nel rapporto tra atti e numero degli abitanti (Tab. 41), le regioni che registrano il maggior numero di atti ogni 100.000 abitanti sono la Valle d’Aosta (1.202) il Trentino Alto Adige (1.102) seguite quest’anno dalla Calabria (831).

La distribuzione delle donazioni immobiliari nel corso del 2021 (
Tab. 43) ritorna anch’essa ad una dinamica più consueta: le donazioni immobiliari si concentrano del secondo semestre dell’anno ed in particolare nei mesi di luglio e dicembre, interessante è anche il confronto tra le l’andamento delle donazioni mobiliari e quelle immobiliari (Figura 43.2) in cui la curva delle donazioni di beni mobili mostra come il loro numero si mantenga più o meno costante nei vari mesi dell’anno con un unico decremento evidente nel mese di agosto ed un solo aumento sensibile mese di dicembre, mentre la corrispondente curva del numero delle donazioni ha due momenti di picco in ascesa (luglio e dicembre) mentre si conferma la diminuzione anche di questi atti nel mese di agosto.

Le differenze di genere risultano confermate anche con riferimento alle donazioni immobiliari (
Tab. 44): le donatarie donne prevalgono leggermente quando si dona la nuda proprietà o l'usufrutto su un fabbricato, mentre sono preferiti i maschi nella donazione di terreni (sia agricoli che edificabili).

Chi dona è più spesso donna quando si tratta di fabbricati o terreni agricoli, mentre prevalgono – seppur di poco - gli uomini quando si dona la sola nuda proprietà del terreno, probabilmente perché l’uomo preferisce mantenere il reddito del bene senza cederlo totalmente (Tab. 46).

Le donne donano di più di quanto ricevano in donazione rispetto ai maschi (Figura 46.1).

Le fasce d’età sia dei donatari (Tab. 45 e Tab. 45T) che dei donanti (Tab. 47 e Tab. 47T) confermano quanto riscontrato per i beni mobili e negli anni precedenti: si riceve la donazione tra i 18 ed i 55 anni, si dona prevalentemente dai 56 anni in su. La figura 47 mostra visivamente come la curva dell’età dei donanti sia molto progressiva, mentre l’andamento dell’età di chi riceve una donazione è meno continuo: la fascia d’età in cui si concentra il maggior numero dei donatari è quella dei 46 ai 55 anni, indice di come non siano necessariamente i più giovani a ricevere il maggior numero di donazioni di immobili; che rispetto ad una persona matura un giovane riceva più spesso una donazione potrebbe sembrare logico, in quanto ci si aspetta che questi, a causa dell’età e del fatto che non abbia raggiunto la piena realizzazione lavorativa, abbia ha meno risorse a disposizione; probabilmente, però, lo strumento donativo è utilizzato soprattutto per distribuire il patrimonio in vista della successione e quindi un po’ più avanti negli anni, quando i desiderata dei figli, come quelli dei genitori, sono diventati definitivi così come le esigenze di vita di entrambi.

Permane un discreto numero di donazioni del solo usufrutto fatte a persone avanti negli anni: il 13,60% di quanti ricevono questo tipo di donazione sono soggetti tra i 76 e 99 anni.

L’analisi delle donazioni immobiliari si conclude con le tabelle che mostrano chi (Tab. 48) ed a quale età (Tab. 49) richiede l’agevolazione per l’acquisto della prima casa in sede di donazione: prevalgono le donne quando viene loro donato l’usufrutto, mentre quando viene donata la piena proprietà prevalgono leggermente gli uomini (il rapporto di mascolinità in questo caso è 101,31).

Rispetto alle età, i soggetti che più spesso richiedono l'agevolazione corrispondono a quelli che in generale sono destinatari di una donazione (da 18 a 55 anni), la stessa corrispondenza si ritrova quando viene donato solo l’usufrutto: siccome i destinatari di questo tipo di donazione hanno spesso un’età avanzata, corrispondentemente si nota un aumento dell’età anche in chi chiede l'agevolazione e il 19,11% ha tra i 56 a 65 anni, il 18,38% ha da 66 a 75 anni ed il 13,47% ha da 76 a 99 anni, con percentuali che mostrano un leggero aumento rispetto a quelle del 2020.





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