Le Società di Capitali costituiscono circa il 76% del totale. In Lombardia e Veneto il 30% delle imprese familiari. Emilia Romagna e Marche risentono delle conseguenze sull’attività economica degli straordinari e drammatici eventi climatici. In numero assoluto, le Costituzioni di Società, che sono comunque in leggero aumento rispetto all’anno precedente, prevalgono nettamente sugli Scioglimenti, registrandosi soltanto nel mese di dicembre un “saldo negativo”.
Nel 2024 le imprese a conduzione familiare risultano prevalentemente localizzate in Lombardia e Veneto (sommate insieme raggiungono il 30% circa del totale delle imprese familiari). Più in generale, il fenomeno dell’associazionismo tra familiari nella conduzione dell’attività di impresa è allocato costantemente per più del 60% dei casi al Nord del Paese. Nelle Isole viene costituito non più del 7% delle Imprese familiari presenti sul territorio nazionale.
Si registra una sensibile diminuzione degli Atti costitutivi di Imprese familiari nelle Regioni dell’Emilia Romagna e delle Marche (circa il 15% in meno rispetto all’anno precedente), nelle quali gli eventi climatici estremi dell’anno 2024 hanno fortemente limitato la naturale laboriosità del territorio (Tab. 50 e Tab. 51).
Figura 51.1. Costituzione di impresa familiare per area geografica (Tassi per 100.000 abitanti)
Le costituzioni di Impresa Familiare risultano in diminuzione sensibile rispetto all’anno precedente (si registra un calo del dieci per cento circa), restando lontani i livelli pre pandemia (la differenza con l’anno 2019 nel numero totale, ad esempio, è superiore al 20%), a testimonianza del fatto che l’Istituto appare meno appetibile che in passato.
Più della metà (il 50% circa) delle Costituzioni di Impresa Familiare è concentrata nel mese di dicembre, a ridosso della chiusura del periodo d’imposta (Tab. 51.1).
La netta maggioranza degli associati dall’imprenditore si trova come sempre nella fascia d’età 18 – 35 anni (per convenzione, considerati “giovani”), e prevalentemente (circa il 60%) costituita da soggetti di sesso maschile.
Resiste anche nel 2024 una cospicua percentuale di associati compresi nella fascia di età degli over 55 che si era già rilevato negli anni immediatamente post pandemia, trattandosi evidentemente di un fenomeno non isolato, ma bensì di conseguenze della crisi Covid che portano dentro la categoria dei familiari “coinvolti” dall’imprenditore, anche soggetti usciti dal mondo del lavoro, e non soltanto figure che vi si affacciano per la prima volta (Tab. 52 e Tab. 53).
Nel panorama degli atti costitutivi di Enti che esercitano attività di Imprese in forma collettiva, le Società di Capitali costituiscono addirittura più del 75% del totale, a dimostrazione del fatto che il tipo S.R.L. ha praticamente soppiantato le collettive e le accomandite (Tab. 54), e registrandosi un aumento dell’otto per cento circa del numero assoluto di atti costitutivi rispetto al 2023, mentre il fenomeno delle ATI segna il passo manifestando una lieve flessione rispetto all’anno precedente.
Di riflesso, nelle società di capitali resiste ed aumenta il cosiddetto “saldo attivo” (più costituzioni che scioglimenti), mentre nelle società di persone il trend è opposto, dal momento che sono gli scioglimenti a prevalere sulle costituzioni.
Inoltre, come da tradizione, il primo semestre dell’anno registra un numero molto più elevato di nuove iniziative economiche collettive (costituzioni) (75.300 circa), rispetto al secondo semestre (62.300 circa); e nel solco degli anni precedenti si conferma inverso il rapporto tra i due semestri, quanto al numero di scioglimenti: circa 15.000 nel primo, e circa 27.000 nel secondo semestre.
In leggero aumento (4% in più) le costituzioni di Imprese collettive in generale nel 2024 rispetto al 2023.
Al secondo posto, per numero di atti costitutivi in percentuale, si trovano le Associazioni temporanee di Imprese, e solo al terzo posto le Società di Persone; il rapporto è molto sbilanciato a danno di queste due ultime categorie, che costituiscono ciascuna il 10% circa del totale.
Da notare come il fenomeno della Cooperazione stenti ad affermarsi nel Paese: gli atti costitutivi delle società mutualistiche superano di poco l’uno per cento del complesso delle Costituzioni.
Più in generale, circa il 45% degli atti costitutivi viene stipulato nelle regioni del Nord, mentre per contro appena l’8% nelle Isole (Tab. 55 e Tab. 56).
Il mese di dicembre di ogni anno si conferma come quello in cui si concentrano gli scioglimenti di società: durante l’anno esaminato, il primo intero semestre registra quasi lo stesso numero di scioglimenti del solo mese di dicembre. Viceversa, le new-co prendono vita, prevalentemente, nei primi due mesi dell’anno, nei quali si concentra quasi un quinto del totale degli atti costitutivi dell’intero anno (Tab. 57).
Peraltro anche l’anno 2024 fortunatamente vede le costituzioni prevalere nettamente, in numero assoluto, sugli scioglimenti (solo il mese di dicembre registra un “saldo negativo” di atti di scioglimento più numerosi degli atti di costituzione, di circa 500 unità, contro le 1000 circa dell’anno precedente).
Da registrare, nell’ambito delle modifiche statutarie, che appena il 14% di esse consistono in aumento di capitale effettivo (non legato cioè ad un ripianamento perdite).
Nel 2024, nel complesso, le modifiche statutarie non variano in numero assoluto rispetto al 2023, ma aumentano lievemente le modifiche che non toccano il capitale (Tab. 58).
E, a tal proposito, emerge che più del 60% circa degli atti di modifica dello statuto è stipulato nel Nord del Paese (Tab. 59 e Tab. 60).
Anche per le modifiche statutarie in genere (diverse da Scioglimenti) si riscontra l’effetto emotivo del fine anno, in quanto più del 25% dell’intero anno, si registra nei mesi di novembre e dicembre.
Quest’ultimo dato subisce una variazione nell’anno 2024 rispetto all’anno precedente, in quanto si registra un sensibile aumento, pari a circa il 10%, degli atti di modifica stipulati nel primo semestre, e una sensibile diminuzione, di circa il 9%, dei cambi di statuto ricevuti nel secondo semestre. (Tab. 61).
Nel 2024 il volume complessivo delle operazioni societarie “straordinarie”, quali Trasformazioni, Fusioni e Scissioni, che manifestano la volontà dell’imprenditore di rilanciare l’attività, ripensando la propria struttura organizzativa, mediante modifiche del tipo societario (prevalentemente di tipo evolutivo) ovvero accorpamento di più enti collettivi tra loro, ovvero mediante diversificazione e specializzazione di intere porzioni delle proprie strutture, sempre al fine di ottimizzare i costi e le risorse, è in linea, con quello, già elevato, registrato nell’anno 2023, che aveva già visto il ritorno dei volumi analoghi al periodo pre pandemia (le operazioni straordinarie nel 2019 sono state circa 18.200, nel 2020 sono scese a circa 16.200, per risalire nel 2021 a circa 18.800, mantenersi a 19.000 circa nel 2022, e salire ancora a 21.849 nel 2023, ed assestarsi a 21.710 nel 2024).
Nel 2024 si è arrestata la tendenza all’aumento delle trasformazioni “regressive” (da società di capitali a società di persone), registrata negli ultimi anni, in discesa infatti da 2.800 circa a 1.800 circa.
Da segnalare, in un’ottica di modernizzazione degli strumenti giuridici utilizzati dalla categoria Notarile a servizio dell’impresa, un notevolissimo aumento, pari al 18% circa, delle operazioni di scissione di società (Tab. 62).
Infine, si osserva che oltre il 50% del totale di tali operazioni, che potremmo considerare direttamente proporzionali allo sviluppo dell'impresa, è concentrata nelle tre regioni più industrializzate di Italia, e cioè Lombardia, Veneto e Emilia Romagna (Tab. 63 e Tab. 64).
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